torna alla home page  

                       Alcune   considerazioni  generali sulle mute :

            
       Qualsiasi muta
umida,  funziona  bene,  se riesce a creare uno strato di acqua fra la sua superficie interna e  il nostro corpo.
        Questo strato deve  essere  
uniformesottile il più possibile,   servirà ad evitare  fastidiosi attriti fra la pelle  e la muta, agevolando i movimenti   e  che la muta   possa pizzicare la pelle (effetto ventosa).
Una muta troppo stretta  crea anche altri problemi fra i quali : difficoltà nella vestizione, fastidiosa sensazione di costrizione e può  arrivare a bloccare la circolazione sanguigna nelle  mani e piedi,  se poi è il collo ad essere costretto si arrivare anche a giramenti di testa . 
     Uno strato troppo spesso di acqua all' interno della muta sarebbe nocivo perché ci assorbirebbe troppo calore,  sarebbe poi  soggetto, con i movimenti del corpo ad essere pompato fuori , per poi essere ricostituito con acqua fredda.
 

        Quindi si capisce, come una muta  debba fasciare bene il  corpo,  senza stringere troppo, altrimenti si rischia di non avere  per niente lo strato di acqua,  una muta stretta risulterebbe magari calda,  ma oltremodo scomoda.
         Diversamente una muta larga o con alcune parti larghe porterebbe ad avere troppa acqua  da  riscaldare,  che poi  tenderebbe a muoversi, ad uscire
calda e ad entrare fredda, disperdendo il nostro prezioso calore,  muta fredda!
          Insomma un muta che non calza  più che bene  può rendere
spiacevole anche la più bella e suggestiva  immersione possibile.

         Fermiamoci a riflettere un attimo: consideriamo una persona qualsiasi ma con poca confidenza con il mare , che  si senta attratta dall' immersione subacquea , magari dopo aver visto uno splendido filmato, si inscriva ad un corso sub per l' immersione con ARA,  che faccia un corso con 10-15 ore di piscina ( con acqua calda, bassa profondità  e abbondante luce ) e poi  in mare , alla seconda, terza immersione raggiunga una profondità di una ventina di metri di profondità ( si l'ho so che il primo brevetto non consente di raggiungere questa quota ma vi assicuro che in vita mia ho assistito a ben altre performances) il mare assumerà un aspetto ben differente dalla calda , accogliente, luminosa e piccola anzi piccolissima  piscina. L' emozione sarà  molto intensa   l' allievo sarà  impegnato ad controllarla ed ulteriore impegno sarà dovuto al controllo delle attrezzature  ai compagni di immersione, e a seguine l' istruttore, tutto si traduce in una più o meno inconscia, ansia,  se ad questo aggiungiamo il fortissimo disagio  dovuto agli improvvisi fiotti di acqua fredda che irrompono nella muta non perfettamente aderente, o  il senso di soffocamento di una muta troppo stretta ci rendiamo conto  forse che  una parte dell' altissima percentuale di persone che fanno un corso sub,  che arrivano ad prendere un brevetto open  ma che poi smettono di fare immersioni è dovuta anche  alla scelta sbagliata della muta.

Questo è un danno  principalmente per l' individuo in questione, che viene mortificato nella sua aspettativa, e che si ritrova dopo sforzi  economici, fisici e organizzativi,  a decidere che dopo tutto non è il dottore a ordinargli di andare sott'acqua.
Ma anche per il mercato in generale che perde un potenziale cliente negli anni futuri.  

        In più di più venticinque  anni di attività ho misurato migliaia di persone e    
non ho mai trovato due persone con le stesse misure,  credo che le misure di una persona siano  come le sue impronte digitali, uniche.
    Si capisce da quanto sopra esposto che una muta, è una attrezzatura molto tecnica, da scegliere con molta attenzione e credo che moltissimi subacquei, potrebbero migliorare il comfort delle proprie immersioni, con una muta su misura.

       Per realizzare una buona muta su misura  ci vogliono anche un
ottimo taglio e un  ottimo materiale

      
Taglio :IL taglio è il risultato di un affinamento di quasi trentanni di lavoro. Mi piace il taglio sartoriale dei capi spalla (cappotti e giacche) "quelli che devono buttare perfettamente". da quello ho fatto derivare il taglio delle mie mute, studiando continui miglioramenti. sono anche convinto che per fare una buona muta ci vogliono tutte le giunture necessarie ma è meglio evitare quelle non indispensabili.   Anatomicità: Quando detto sopra, poi si deve sposare con la ricerca spasmodica della anatomicità del taglio;   bisogna seguire tute le curve del corpo" per questo  alla indispensabile "pratica sul campo" affianco studi su  sofisticati modelli computerizzati tridimensionali.
 
 Materiali:  Ci sono in commercio moltissime varietà di neoprene e tantissime tipi di fodere,  la scelta degli accoppiamenti fra questi,  vanno  valutati  a secondo della qualità che si vuole proporre ai propri clienti, l' esperienza è fondamentale nel ricercare i giusti compromessi.

    Per considerazioni particolari sui vari tipi di mute vi rimando alle varie pagine del sito
    

    Queste mie opinioni sono maturate non solo in tutte questi anni di professione ma anche come subacqueo, faccio apnea da quando avevo circa 10 anni (ora ne ho 52) ma anche come dirigente di un club,  Il Centro Attività Subacquee di Ancona di cui sono stato consigliere per tantissimi anni, poi vice presidente per sette e poi presidente per altri sette anni. Da questi  punti di vista ho  osservato l'evoluzione della subacquea, della apnea, delle varie didattiche   e di tantissime persone che si approcciavano alla subacquea e della relazione che con essa imbastivano.

    Grazie per aver visitato questo sito e letto queste righe.

                           
Fabio Bentivoglio

   torna alla home page